Ponti

Ponte di Savoniero

Strada S.P. 28 di Palagano progressiva km 24+455,
Comune di Montefiorino e Palagano

Descrizione

Corso d'acqua Torrente Dragone bacino imbrifero Secchia
Epoca costruzione 1896 staz, appaltante Provincia di Modena
Impresa costruttrice Alessandro Zanotta di Casasco d'Intelvi (CO) progettista ing. Gaetano Raisini

Ricostruzione parziale 1971 staz, appaltante Provincia di Modena
Impresa costruttrice Impresa Stefano Piacentini (MO) progettista Ing Romano Piacentini

Lunghezza totale ponte ml 88.70
N. campate 5 luce max. campata ml 16.00
Largh. impalcato 740 sede stradale ml 6.40
Altezza max da fondo alveo ml 17.00

Tipologia Ponte a due arcate a tutto sesto in pietra più tre impalcati a travata, delle quali l'ultima su rulli. Ricostruzione di tre campate del ponte, originariamente a cinque arcate in pietra, edificato su progetto del 1891.

La costruzione del ponte

Dopo la scelta del miglior punto di passaggio del torrente Dragone per la nuova strada di collegamento da costruirsi tra Montefiorino e Lama di Mocogno, fu affidato l'appalto dei lavori del ponte ad Alessandro Zanotta di Casasco d'Intelvi, provincia di Como, come da contratto stipulato in data 22 luglio 1892. Il capitolato d'appalto definisce le seguenti caratteristiche dell'opera: [...] Numero delle luci: 5; dimensioni delle luci: ampiezza o corda 15,50, saetta degli archi 7,75, altezza dei piedritti sopra la fondazione 4,32; spessezza dei volti alla chiave 0,80; altezza complessiva dell'edifizio sopra la risega di fondazione 20,89; spessezza: delle pile 2,80, delle spalle 4,00; lunghezza dei muri in prolungamento delle teste: per ciascun lato a destra 13,40, per ciascun lato a sinistra 18,69" [...] Sulle volte si elevano i muri andatori di metri 0,80 ed i parapetti di m 0,50 intermediati da pilastri di m 0,80. [...] La lunghezza totale del manufatto compresi gli spalloni è dim 99,50 e la larghezza di m 6 da parapetto a parapetto. La larghezza della careggiata viene stabilita in ml 4,80 e quella dei marciapiedi in ml 1,20. La muratura sarà "ordinaria di pietrame con malta di calce e sabbia per i nuclei interni delle fondazioni e dei muri in elevazione". Il pietrame e la sabbia proverranno dall'alveo del torrente. "Nelle faccie in vista saranno impiegate pietre o naturalmente piane o grossolanamente appianate con mazza o martello, affinché l'aspetto dei muri risulti soddisfacente per quanto si può ottenere in questo genere di lavoro. Sarà inoltre la superficie esterna diligentemente rinzaffata a pietra a vista". Tutte le murature (con pietrame, pietra squadrata, pietra da taglio per le armille delle volte) saranno eseguite con malta idraulica proveniente dalle fornaci di Scandiano. "Il legname, tanto pei lavori definitivi quanto per i provvisori" sarà di "abete maschio". "Il ferro battuto dovrà essere della migliore qualità, proveniente da fabbriche inglesi". Da una nota inviata dalla ditta appaltatrice alla Deputazione provinciale, si apprende che dalle cave prossime ai lavori di costruzione del ponte non è possibile ricavare i materiali necessari per i rivestimenti e che, quindi, a causa della maggiore distanza aumentano le spese. Nel 1894 l'ing. capo Gaetano Raisini "onde sopperire ai bisogni del materiale occorrente pel rivestimento delle pile, volte e parapetti del ponte del Dragone in causa della mancanza verificatesi nelle cave scoperte in prossimità del luogo di costruzione del manufatto" dispone di ricavare il materiale dalle cave dette della Torre presso Montefiorino e dalla nuova cava di Belfiore, e decide di accettarne i maggiori costi. Il verbale di ultimazione dei lavori porta la data Montefiorino 17 luglio 1896. (APMO, PASSI E PONTI, FASC. 21.1)

Il ponte e le frane: una vita difficile

Il ponte attraversa l'alveo del torrente Dragone con i suoi 130 m circa, poggiando su quattro pile e collegando i due tronchi della strada provinciale Vitriola-Lama Mocogno. Costruito nel periodo 1893-1896 è stato ripetutamente interessato da lesioni causate da movimenti gravitativi del versante destro (1902, 1934, 1940 e 1966) che hanno provocato il cedimento della spalla destra e delle due pile sul versante di Savoniero.
La causa delle ripetute lesioni subite dal ponte è il lieve, ma progressivo movimento della coltre detritica che ricopre il versante destro della valle fin oltre l'abitato di Savoniero e sulla quale poggia appunto la spalla destra del ponte, mentre quella sinistra (lato Vitriola) ed i primi tre piloni dello stesso lato poggiano sul
substrato roccioso. Ciò è già testimoniato dai sondaggi eseguiti nel 1929 e nel 1940 e dal progetto di ricostruzione del ponte (1953) a seguito anche dei danni di guerra. Dopo le lesioni del 1902 causate, come si legge nelle relazioni dei più recenti interventi, da un movimento avvenuto lungo una superficie di tipo rotazionale, ma che provocó spinte tangenziali sul manufatto, il ponte venne riparato chiudendo con murature la prima arcata di sinistra nel tentativo di controbilanciare le spinte, rendendo così solidale
la spalla al primo pilone.
Nel 1934 il movimento è ripreso trasmettendosi alla seconda arcata di destra, poiché il primo pilone faceva corpo unico con la spalla.

Nel 1966 la frana si è riattivata ed ancora, nei decenni successivi, il movimento lento, ma inesorabile, ha progredito, sino a costringere alla soluzione attuale di un ponte a struttura ibrida (due arcate del ponte originario più tre impalcati a travata) la cui campata estrema in dx idraulica appoggia su rulli alla spalla, così che questa possa scorrere senza provocare danni. L'entità di questo scorrimento è di circa 1.5 cm all'anno, sicchè ogni 15-20 anni si rende necessario riposizionare i rulli previo sollevamento dell'impalcato e
arretramento del muro paraghiaia di testata. Questa operazione è già stata effettuata nel 1990 e nel 2005.

(Notizie tratte dalla pubblicazione della Provincia di Modena "Attraverso il fiume" - anno 2006)

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