Ponti

Ponte Dolo

Strada S.P. 486 di Montefiorino progressiva km 47+337,
Comune di Montefiorino e Palagano

Descrizione

Corso d'acqua Torrente Dolo bacino imbrifero Secchia

Epoca costruzione 1894 staz. appaltante Provincia di Modena e Provincia di Reggio Emilia
Impresa costruttrice Società Cooperativa degli operai braccianti di Finale Emilia, Società Cooperativa di
Palagano, Impresa Alfonso Grandi progettista Ing. Giuseppe Magnani
Lunghezza totale ponte ml 98.00
N. campate 7 luce max. campata ml 12.00
Largh. impalcato 8.00 sede stradale ml 7.00
Altezza max da fondo alveo ml 10.50
Tipologia Ponte ad arcate multiple a sesto ribassato in muratura con rostri semicircolari sormontati da
cappelli coníci, pile di testa con sezione maggiorata e rinforzati da rostri a torre che in origine terminavano
S.P. 24 con rifugi sulla via portata

1892 - Denuncia delle giunte municipali di Montefiorino e Frassinoro

Generalmente si vocifera e col massimo convincimento si afferma che tali lavori non presentano alcun carattere di solidità, ma manifestano invece tutti gli indizi della massima fragilità onde si pronostica e prevede che le piene aggiungeranno un nuovo disastro a quelli di Lucenta, di Secchia, di Spilamberto e Samone. Si critica la forma quadrata o rettangolare delle basi o dei zoccoli delle pile perché gli spigoli sono evidentemente troppo deboli, e quindi troppo facilmente vulnerabili [...] Si critica il materiale usato perché troppo piccolo e senza rientranze, per cui la murazione è riescita senza collegamento; la pessima qualità della malta fatta evidentemente con calce insufficiente per quantità e qualità, e con sabbia pessima per cui non si ha al presente, e non si avrà mai la ben che menoma presa, intorno la qual cosa non manca chi ha battezzato le nuove pile per meri cassoni di sabbia. [...] E si aggiunge ancor che gli zoccoli siano stati costrutti in modo peggiore delle stesse pile, e ciò sul fatto che ne fu affidata la costruzione a cottimo a persone estranee all'impresa, e dal prezzo di un tanto al metro cubo, senza garanzia di sorta, per cui i cottimisti non si curarono di far che del volume e presto. [...] Quindi nell'agosto 1892 i lavori anziché volgere al termine, profilano la dura necessità di dovere demolire tutto il malfatto.
APMO, PASSI E PONTI, FASC. 23.7, RELAZIONE 11 AGOSTO 1892.

Demolizione e ricostruzione del ponte malfatto

I lavori di ricostruzione erano stati affidati alla Società Cooperativa di Finale Emilia, la quale a sua volta aveva delegato ed affidato sotto la sua responsabilità, l'esecuzione dell'opera alla Società Cooperativa di Palagano. A fronte delle contestazioni i rappresentati delle due cooperative pur riconoscendo e deplorando“ lamentati inconvenienti, adducevano a loro sgravio che gli stessi erano stati causati dall'inganno, dalla mala fede e dalla frode di taluni sui quali le società stesse avevano riposto fiducia". Nel 1893 infine, le deputazioni provinciali di Modena e Reggio si accordano con Gregorio Agnini, presidente della Cooperativa di Finale, per procedere direttamente ed in economia per "guastare e riedificare tutte le parti dei lavori male eseguiti" e sempre per conto e nell'interesse della società cooperativa di Finale Emilia, le due deputazioni procedono ad una licitazioni privata "fra alcuni capimastri muratori di riconosciuta capacità e probita". (APMO, PASSI E PONTI, FASC. 23.8)

(Notizie tratte dalla pubblicazione della Provincia di Modena "Attraverso il fiume" - anno 2006)

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